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Strumenti Musicali dell'India

Ghatam

Cenni storici

Con il termine bhanda vadya si usa indicare tutte le percussioni di terracotta con corpo sferico, praticamente dei veri e propri vasi di varie forme e dimensioni. Tra questi il gummati, il burra, ilghumat, il ghumera, il tumbaknari, il ghera, il pubuji ke mate, il kudamuza e il mihavu sono ancora in voga nella musica popolare delle varie regioni del subcontinente indiano.

Nel Natya Shastra di Bharat viene chiamato dardur e viene descritto come strumento presente nei gruppi orchestrali detti kutup, assieme al mridang  e al panav, atti ad accompagnare le performance teatrali e coreutiche.

Il dardur viene descritto come un vaso in terracotta dalla forma sferica, la cui apertura viene ricoperta di iuta e con l’utilizzo di entrambe le mani, attraverso l’utilizzo dei palmi e delle dita, che percuotono su tutta la superfice diponibile, vengono prodotte diverse timbriche. Gia’ nel tredicesimo secolo questa percussione comincia a perdere importanza, perdendo anche la propria identita’, acquisendo il nome ghatam.

Nel diciottesimo secolo vengono individuate due tipologie di questa percussione, differenziate dalla presenza o dall’assenza della iuta sull’imboccatura. Quest’ultima versione e’ quella che riprendera’ notrieta’ nelle regioni settentrionali per la musica popolare e che acquisisce lo status di percussione da concerto per la musica carnatica, affiancato spesso dal mridang  e dal khanjeera e assimilando tutta la mnemonica applicabile a queste percussioni.

Appoggiando o allontanando l’imboccatura dallo stomaco si possono produrre una vasta gamma di modulazioni sonore e i colpi vengono direzionati su tutta la struttura, appunto dall’imboccatura, al collo, sul centro e sul fondo, utilizzando i palmi, le dita, i polsi e le unghie di entrambe le mani.

 

Manifattura

Ad oggi l’impasto di argilla viene arricchitto anche con tracce di rame, argento, oro e alluminio, aumentando cosi’ la dolcezza e la risonanza della qualita’ tonale dello strumento. I professionisti del ghatam indicano in particolare due luoghi di ottima manifattura, uno nella citta’ di Panruti e l’altro nella citta’ di Manamadurai.

Applicando del sapone e dell’argilla umida in prossimita’ del collo si puo’ abbassare la tonalita’ del ghatam di mezzo tono o addirittura di un tono intero, mentre d’inverno per ottenere una qualita’ sonora migliore si usa scaldarlo prima della performance.

Il primo ad aver introdotto questo strumento come percussione d’accompagnamento nella seconda meta’ del diciannovesimo secolo, fu probabilmente Vidwan Chidambara Iyer della citta’ di Polagam.

Un altro performer che ha donato a questo strumento un ruolo di prestigio all’interno della musica carnatica e’ sicuramente Narayan Iyer della citta’ di Umayalpuram, accompagnando artisti del calibro di Maha Vaidyanath Iyer, Sarabha Shastri, Patnam Subramaniam Iyer, seguito da altrettanto talentuosi suonatori di ghatam come Krishna Iyer (Palni) e Sundaram Iyer (Umayalpuram).

Ma colui che ha esportato all’estero la fama di questo strumento, attraverso anche la musica fusion,  e’ Vikku Vinayakram, che propone questo strumento anche in concerti da solista.

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