Il Jalataraṅga è un set di ciotole in ceramica o bronzo, di varie dimensioni che vengono riempite d'acqua e il suono viene stimolato percuotendole con delle bacchette. La quantità d’acqua e le dimensioni di ogni vaso cambiano la frequenza del suono che presenta un timbro molto dolce e melodioso.

 

Il significato letterale è “l’onda dell’acqua” (jaal vuol dire ‘acqua’ e tarang significa ‘onda’) ad indicare il movimento del suono creato o modificato con l'aiuto dell'acqua. Si fa menzione del Jalataraṅga nel Kāma Sūtra di Vātsyāyana, nel Saṃgīta Parijāt[1], nel Saṃgīta Sār [2]ed in alcuni canti devozionali di epoca medievale. Secondo il Saṃgīta Sār un set completo di Jalataraṅga era composto da ventidue tazze, mentre un set ridotto ne presentava quindici.

 

Ad oggi risulta molto raro poter assistere ad una performance di questo strumento. Tra i musicisti più importanti menzioniamo:

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• Kumar Pankaj Sakharkar

• Shankar Kanhere

• Dattopant Mangalvedhekar

• Ramrao Parsatwaar,

• Maharnahar Barve

• Milind Tulankar

• Dulal Roy

• Ranjana Pradhan

• Seetha Doraiswamy

• Shashikala Dani

• Anayampatti S. Ganesan

• Anayampatti S. Dhandapani

• M. Devendra Sivachariyar

• Nemani Somayajulu

• Kottayam T.S Ajith

• Vikas Achutharamaih

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[1] Il Saṃgīta Parijāt è un testo medievale attribuito a Pt. Ahobal, suddiviso in due parti. La prima parte è dedicata alla teoria musicale, la seconda alla classificazione degli strumenti musicali.

[2] Il Saṃgīta Sār viene attribuito al leggendario Tansen.