Strumenti Musicali dell'India
Mridang
Tra i contributi principali della tecnologia strumentale Indiana, sia per quantita’ produttiva che per qualita’ timbirca, i membrafoni bombati bifaciali occupano un posto di primaria importanza.
Le piu antiche raffigurazioni di queste percussioni si ritrovano in Bharhut e Sanchi, in Madhya Pradesh, India Centrale (II sec. a.C.), e accompagnano la quasi totalita’ delle successive rappresentazioni scultuoree e murali.
Riferimenti nel Natya Sastra di Bharat Muni
Nel Natya Sastra di Bharat Muni si collega la nascita delle percusioni, al tamburellare della pioggia sui petali del loto. Secondo la leggenda Swatimuni, musicista mitologico, dopo aver sentito il suono melodioso della pioggia, creo’ varie percussioni di varie dimensioni grazie all’aiuto di Visvakarma, architetto delle semi divinita’.
Tra i vari strumenti descritti da Bharat, si identificano tre tipi di percussione a fusto, detti tripushkaras o mridang. Il termine mridang puo’ essere suddiviso in due parti mrit o fango e anga che significa corpo. Viene descritto come un unico strumento composto di tre pezzi e con tre voci distinte. Cio’ potrebbe indicare che le prime percussioni derivino da un utilizzo differente di oggetti quotidiani, come per l’appunto vasi di terracotta, che ancora oggi in india vengono utilizzati sia in ambito casalingo sia in ambito musicale.
Le forme descritte nei testi classici o rappresentate in sculture e rappresentazioni murali si conservano ancora oggi nell’organologia contemporanea. Bharat Muni sottolinea la possibilita’ di intonare la pelle attraverso del fango o dell’impasto di farina e acuqa. Ad oggi l’utilizzo di questa tecnica e’ ancora presente nel Pakahwaj, mentre nei Tabla una combinazione di farina di riso e polvere ferrosa viene fissata direttamente dal costruttore.
L’intonazione si riferisce sempre allo strumento o al cantante da accompagnare, mentre la presenza di piu pezzi, intonati ad altezze differenti permette una possibilita’ melodica detta tarang.
Data la vasta descrizione presente nel Natya Sastra bisogna presupporre che gia’ all’epoca le percussioni avevano raggiunto un alto livello tecnologico e perfromativo, tanto da permettere a Bharat Muni di elencare dettagliatamente le tecniche di produzione sonora, varie sequenze ritmiche, la mnemonica di varie percussioni, i vizi e le virtu’ del percussionista e della percussione.
Con il passare del tempo il mridang viene “smantellato” e gia' nel Sangitaratnakara appare come strumento singolo e secondo alcune fonti le altre due parti andranno a costituire in seguito cio’ che conosciamo oggi come Tabla.
Pakhawaj e Mridangam
A prescindere dalle varie tipicita’ regionali, sino al tredicesimo secolo viene descritto un unico stile musicale, mentre in seguito si fara’ sempre piu’ netta la distinzione tra lo stile settentrionale, definito oggi indostano, e lo stile meridionale, detto carnatico. Pur avendo basi simili, ad oggi questi due macrostili presentano esposizioni musicali differenti cosi come utilizzo di strumenti abbastanza dissimili tra loro.
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