Mridangam

Strumento della tradizione Carnatica

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Nel sud dell’India la percussione piu’ legata alla tradizione classica e’ il Mridangam, detto anche Maddal o Maddalam. E’ da considerarsi come accompagnamento indispensabile sia per il canto che per gli strumenti.

 

Il fusto

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Il corpo di questa percussione e’ ottenuto da unico pezzo di legno. Tra le varie qualita’ di legno vengono utilizzate il Cryptocarya glaucescens, la Sequoioideae, la Azadirachta indica e l’interno del Cocos nucifera. Ha una forma a botte, con una lieve differenza tra le due estremita’. La lunghezza varia dai 45 cm ai 60 cm circa, con un diametro che varia dai 25 cm ai 30 cm.

 

Le pelli

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La preparazione delle pelli e’ abbastanza complicata: la membrana piazzata sull’estremita’ destra  consiste di fatto di tre strati di pelle, di cui la piu’ interna, di mucca, rimane completa e nascosta alla vista, mentre la piu esterna, di vitello, e quella centrale  di origine ovina, vengono sezionate ad anello. In un’altra versione si possono trovare, in serie dalla piu interna verso la piu esterna, pelle di vitello, di capra e di mucca.

Per quanto riguarda invece la superfice sinistra viene utilizzata pelle di bufalo per l’anello esterno e pelle ovina o caprina per la membrana interna.

Le due pelli vengono messe in tiro da un intreccio forato di cuoio detto chattai o anche pinnal, all’interno dei quali fori viene fatta passare una cinghia di cuoio. Alcuni cilindri di legno vengono posti sotto le bretelle a seconda della tensione desiderata, relativa naturalmente all’intonazione ricercata.

 

L'intonazione delle pelli

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Sulla superfice destra viene applicato in forma circolare un impasto di polvere di magnesio o ferro, legato con farina di riso e succo di tamarindo, che prende il nome di soru. Alcuni, come aggiunta o come sostitutivo minerale, introducono una polvere minerale derivata da una pietra detta kittan. L’impasto viene applicato sulla pelle piu’ interna e rifinito attraverso lo strofinio di una pietra con l’intenzione di ottenere uno spessore che diminuisce gradualmente dal centro verso l’esterno.

Sulla superfice sinistra invece viene applicato un impasto di farina, latte di riso e cenere solo appena prima dell’utilizzo dello strumento.

Il rapporto di tonalita’ tra le due pelli, che variano di dimensione di circa 1,5 cm, puo’ essere di un ottava o di una quarta e la pelle destra viene intonata sul bordone di riferimento.

 

Pakhawaj e Mridangam

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Probabilmente in passato il pakhavaj e il mridangam presentavano molte meno differenze e sono di fatto da associare ad unico archetipo, ma sviluppandosi nei secoli all’interno di due stili differenti, in aree geografiche relativamente distanti, ad oggi presentano sia similitudini che divergenze. Ad esempio li accomuna la posizione orizzontale del corpo e la perpendicolarità delle pelli rispetto al terreno, la tecnica a piu’ strati di per il posizionamente delle membrane, la presenza di un impasto fisso sul lato destro e di un impasto temporaneo su quello sinistro, presentano un corpo ottenuto da un blocco unico di legno e vengono intonati entrambi attraverso delle cinghie e dei blocchi di legno.

Ciò che li distingue e’ la forma, più asimmetrica e a botte per il pakhavaj e piu’ regolare per il mridangam, le tecniche di costruzione e le qualita’ delle pelle se pur simili differiscono di molto, la quantità di impasto applicata temporaneamente sulla superficie sinistra e’ maggiore nel mridangam, i blocchi di legno, detti gatta, utilizzati per l’intonazione sono molto piu grossi nel pakhavaj ed infine il posizionamento delle mani e tutta la mnemonica separano  completamente queste due percussioni.