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Libri sulla musica indiana

I testi sulla musica indiana in lingua italiana sono pochissimi ed è solo grazie ad autori, ricercatori, musicisti e musicologi del calibro di Gianni Ricchizzi, Francesca Cassio, Patrizia Saterini, Roberto Perinu, Paolo Pacciolla, Riccardo Gerbino, Paolo Ansaloni, Simone Mattiello, Alessandro Decadi e Tatiana Scalercio, che in Italia si può accedere ad un'introduzione al sistema musicale dell'India. Coloro che saranno in grado di leggere i testi in lingua inglese, troveranno tantissimi manuali, dizionari e biografie, dedicate al mondo della musica classica indiana, da aggiungere alla propria collezione privata.

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Classical Music of India a Practical Guide
di  L. Subramaniam and Viji Subramaniam

La musica classica indiana è il sistema musicale più antico, sofisticato e scientificamente completo al mondo. I suoi due stili principali ,l'hindustani e il carnatico, condividono origini comuni e facevano parte di un'unica tradizione fino al XIII secolo. L. Subramaniam, uno dei musicisti classici più noti della nostra epoca, e il compianto e celebratissimo cantante Viji Subramaniam esaminano le origini, la storia, la struttura e lo spirito di questo sistema. Il saggio Classical Music of India discute in modo approfondito gli aspetti melodici e ritmici sia di entrambi gli stili, confrontando brevemente questi concetti con la musica classica europea. C'è un lucido confronto delle due forme indiane, un esame degli strumenti ad esse integrati e un riesame dei concetti fondamentali. Una riedizione ampliata, rivista e aggiornata di quest'opera rimane una valutazione definitiva della musica classica indiana. È un'aggiunta essenziale alla libreria di qualsiasi amante della musica colta.

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Applying Karnatic Rhytmical Techniques to Western Music
di Rafael Reina

La maggior parte dei musicisti classici, sia in situazioni orchestrali che d'insieme, dovrà affrontare prima o poi compositori come Ligeti, Messiaen, Varèse o Xenakis. Gli "improvvisatori" invece si confronteranno con la musica di Dave Holland, Steve Coleman, Aka Moon, Weather Report, Irakere, o dovrà approfondire prima o poi elementi musicali dei Balcani, dell'India, dell'Africa o di Cuba. Rafael Reina sostiene che la musica di oggi richiede un nuovo approccio alla formazione ritmica, una formazione che fornirà ai musicisti gli strumenti necessari per affrontare, con precisione, concetti ritmici più vari e complessi, mantenendo il contenuto emotivo. Reina utilizza l'architettura del sistema ritmico karnatico dell'India meridionale per migliorare e cambiare radicalmente l'insegnamento del solfeggio ritmico a un livello di istruzione superiore e dimostra come questo apprendimento possa influenzare la creazione e l'interpretazione della complessa musica classica e jazz contemporanea. Il libro è pensato per artisti di musica classica e jazz così come per creatori, siano essi compositori o improvvisatori, ed è una guida chiara e completa che consentirà ai futuri insegnanti e studenti di solfeggio di utilizzare queste tecniche e la loro metodologia per migliorare notevolmente le loro abilità ritmiche. Un sito web di accompagnamento di esempi audio aiuta a spiegare ogni tecnica.

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Il pensare musicale indiano 
di Paolo Pacciolla

Cos'è la musica? A che serve e qual è la sua origine? E poi, c'è un rapporto tra musica, scienze e filosofia? Può la musica essere uno strumento di conoscenza del mondo? Molte risposte sono state date nei tempi e nei luoghi più diversi. Solo in India, nei primi secoli dell'era cristiana, è stato formulato un sistema che si mostra tuttora valido nei suoi elementi fondamentali. La musica, nella tradizione indù, non è solo un'arte, ma una vera e propria scienza, quindi sulla teoria e la pratica di essa è stato costruito uno specifico yoga, un percorso interiore su base sperimentale. Il pensare musicale indiano esalta proprio la funzione della musica come mediatrice somma fra l'uomo e l'universo. In vicende alterne di fortuna e oblio, ovvero lungo gli incontri e gli scontri di quest'arte con culture e dominazioni straniere, si dimostra come la teoria metafisica della musica si trasformi in azione e come il suo fine sia modificare l'uomo e la sua esistenza. Qui e ora. Attraverso la testimonianza di eminenti musicologi indiani contemporanei, l'intenzione del libro è mostrare le arti, e in particolare la musica, quali lenti interpretative del "reale", private dei loro contenuti originari dai mutamenti del tempo e dalla mancanza di comprensione e piegate all'ambito dell'emozionale e del sentimentale.

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The grammar of Carnatic Music di di K.G. Vijayakrishnan

Questo libro sostiene che la musica carnatica così com'è praticata oggi risale alle pratiche musicali dell'inizio/metà del diciottesimo secolo. Le varietà precedenti della musica indiana, descritte in modo elaborato in molti trattati musicali, sono solo di rilevanza storica oggi poiché la musica descritta è abbastanza diversa dalle pratiche attuali. Si sostiene che le varietà precedenti potrebbero non essere sopravvissute perché non sono riuscite a soddisfare i tre requisiti cruciali per la sopravvivenza di un organismo simile al linguaggio, cioè una solida comunità di praticanti/ascoltatori che l'autore chiama Carnatic Music Fraternity, un corpo considerevole di testi e un sentito bisogno comunicativo. Infatti, la tesi centrale del libro è che la musica carnatica, come il linguaggio, è sopravvissuta e si è evoluta dall'inizio/metà del XVIII secolo quando questi tre requisiti sono stati soddisfatti per la prima volta nella storia della musica indiana. Il volume include una prefazione di Paul Kiparsky.

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The Raga Guide A Survey of 74 Hindustani Ragas
di Joep Bor

I raga della musica indiana sono entità complesse. I performer, che hanno passato anni ad acquisire le loro conoscenze, spesso preferiscono tacere, e comunque a pochi è stato insegnato ad avvicinarsi ai raga da un punto di vista analitico. I musicologi, d'altra parte, spesso mancano di una visione pratica approfondita della musica indiana. Gli autori di questa guida sono tutti esperti sia nella teoria e nella pratica della musica indiana. Delle centinaia di raga esistenti, la guida ne esamina settantaquattro tra i più eseguiti e affermati, con registrazioni appositamente commissionate a Hariprasad Chaurasia (flauto), Buddhadev DasGupta (sarod), Shruti Sadolikar-Katkar (voce) e Vidyadhar Vyas (voce). Per ogni ragathe la guida prevede: Una descrizione analitica e storica; trascrizione dell'alap (costruzione melodica) per ogni raga come eseguita sui CD; salita-discesa e profilo melodico sia in notazione occidentale che indiana; Testi di canzoni con traduzione in inglese (per raga cantati). The Raga Guide include quattro CD con oltre cinque ore di musica. Una lettura fondamentale per ascoltatori e intenditori, studenti e studiosi. Joep Bor insegna  all'Università di Leiden. È stato il fondatore del Rotterdam World Music Department e il consulente artistico per l'Amsterdam India Festival. 

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