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Strumenti Musicali dell'India

Sarod

Il termine Sarod, di origine persiana, significa “canzone” o “melodia”. Tutte le ipotesi riguardo l'origine del Sarod, come succede quando si va ad indagare sulla genesi del Sitar, si basano su molte supposizioni e inferenze. Basti considerare il fatto che, anche se l’opinione generale è che si tratti di una versione sviluppata del Rabab, purtroppo ci si confronta col fatto che anche le origini di questo strumento sono estremamente confuse e poco chiare, il che rende impossibile delineare scientificamente una cronologia dello sviluppo strutturale dello strumento.

In generale dobbiamo ammettere che lo strumento sia il risultato della combinazione delle caratteristiche strutturali del Seniya Rabāb, dell’Afghani Rabāb e del Suraśṛṁgāra . L'invenzione del Sarod viene rivendicata dagli appartenenti di due Gharānā afgane di sarodiya discendenti della Gharānā di Niyamatullah Khān e della Gharānā di Gulam Ali Khān*

Niyamtullah Khān, studente di Basat Khān, musicista della corte di Wajid Ali Shah a Matia Burj, si trasferì in Nepal e i discendenti sostengono di essere loro ad aver apportato alcune delle modifiche principali allo strumento, come ad esempio l’introduzione di corde in acciaio e l’ideazione del manico ricoperto da una placca metallica, caratteristica del Sarod. I suoi due figli, Karamattullah Khān e Asadullah Khān (noto come Kaukubh Khān), si sono in seguito stabiliti a Calcutta.

Allyn Miner** è piuttosto analitica nel descrivere i due schemi strutturali di Sarod mostrati nel libro "Israr-i-Karamat urf Naghmat-i-Niyamat e Risala Sitār" del 1908, uno appartenente a Niyamtullah Khān e l'altro a Karamatullah Khān, sottolineando che il Sarod di Karamatullah Khān era più grande rispetto a quello del padre e che presentava già caratteristiche simili a quelle del Sarod moderno, che ha trovato in seguito uno standard di costruzione nel diciannovesimo secolo.

Allauddin Khān, studente di Ahmed Ali Khān e Wazir Khān, leggendario musicista, polistrumentista, maestro e padre di un numero incredibile di artisti di successo del ventesimo secolo, ha introdotto alcune modifiche molto significative che hanno reso il Sarod lo strumento a corde che conosciamo oggi.

Allauddin Khān, che possedeva un'incredibile padronanza in diverse tecniche strumentali e un variegato repertorio di stili vocali che andava dal Dhrupad al Khayāl ai Thumri e Tappā, modificò ulteriormente il Sarod insieme a suo fratello Ayet Ali Khān***. I due resero la cassa di risonanza più circolare e più grande, aggiunsero sei corde simpatetiche alle nove preesistenti, portando così il numero totale di tarafh**** a quindici; aggiunsero inoltre un’altra corda per i Cikārī e quattro corde per il bordone (come se fosse un Tampurā incorporato), per le quali aggiunsero un ponticello extra all'estremità superiore del manico, posizionato sotto il ponte superiore detto Meru. Venne introdotto un risuonatore metallico fissandolo sotto la paletta del manico e la cordiera venne ridisegnata ampliandola e rendendola più sottile rispetto a quella precedente. Questo nuovo modello aveva una qualità timbrica migliore e più varia, nonché un sustain più lungo ed un volume più alto, rendendolo adatto a tutte le tecniche necessarie per un’elaborazione completa del Rāga, così che molti artisti del India settentrionale lo adottarono, sostituendolo ai modelli precedenti.

Il Sarod migliorato venne in seguito reso famoso internazionalmente da Ali Akbar Khān, figlio di Allaudin Khān, e fu preso come modello di riferimento da Hemen Sen, il famoso maestro di liuteria di Calcutta.

Il corpo del Sarod è costituito da un unico blocco di legno, spesso in teak o palissandro. La paletta, leggermente incurvata e modellata su una sezione solida cilindrico/conica, è lunga circa 30 centimetri e ospita le chiavette per l’accordatura delle corde principali posizionate su entrambi i lati. Nel modello Ali Akbar Khān, sotto la paletta viene fissato anche un risuonatore in metallo. Il manico fatto da un piano in legno ricoperto da un foglio di metallo è lungo circa quarantacinque centimetri, diventa gradualmente più ampio verso la cassa di risonanza che ha come piano armonico una pelle caprina molto sottile sul quale viene poggiato il ponte principale dello strumento, simile a quello del violino. Il corpo è cavo e sul lato sinistro dello strumento vengono posizionate le chiavette per le corde di risonanza. La cassa armonica è di forma tondeggiante e ha un diametro di circa ventitré centimetri.

Gli strumenti usati da Buddhadev Das Gupta, il principale discepolo di Radhika Mohan Maitra e Amjad Ali Khān, il figlio e discepolo di Hafiz Ali Khān, si ispirano alla struttura più antica del Sarod, senza risonatore in metallo e con meno corde (e quindi meno chiavette), con una cassa di risonanza appena più piccola e di forma un po' più ovale. Il Sarod di Amjad Ali Khān monta sei corde principali più due Cikārī, con un corpo più corto e tredici corde simpatetiche.

Le corde del Sarod vengono pizzicate con l'aiuto di un plettro detto jawa, realizzato dalla noce di cocco, di forma triangolare molto simile a quello utilizzato per la chitarra, mentre la tecnica di diteggiatura della mano sinistra varia a seconda delle scuole: Allauddin Khān e i suoi discendenti utilizzano le unghie e le punte delle dita sulle corde, mentre la maggior parte degli altri suonatori di Sarod usa solo le unghie.

Tra i nomi dei più importanti suonatori di Sarod del passato troviamo:

Mohammad Amir Khan (1873–1934)

Allauddin Khan (1862–1972)

Hafiz Ali Khan (1888–1972)

Ali Akbar Khan (1922–2009)

Bahadur Khan (1931-1989)

Buddhadev Das Gupta (1933-2018)

Kalyan Mukherjea (1943–2010)

Sakhawat Hussain (1877–1955)

Sharan Rani Backliwal (1929–2008)

Radhika Mohan Maitra (1917–1981)

Vasant Rai (1942-1985)

I rappresentanti più significativi del Sarod di questi ultimi anni sono:

Amjad Ali Khan

Brij Narayan

Aashish Khan

Rajeev Taranath

Biswajit Roy Chowdhury

Partho Sarathy Chowdhury

Vikash Maharaj

Anindya Banerjee

Tejendra Majumdar

Anirban Dasgupta

Amaan Ali Khan

Ayaan Ali Khan

Wajahat Khan

Arnab Chakrabarty

*Dr. Suneera Kasliwal, Classical Musical Instruments, Rupa, New Delhi, 2001.

**Allyn Miner, Sitar and Sarod in the 18th & 19th Centuries, Motilal Banarsidass, New Delhi, 1997.

***Ad Ayet Ali Khān viene attribuita inoltre l’invenzione di due strumenti musicali: il Manohara ed il Mandrand dei quali però non abbiamo trovato foto, video o registrazioni audio.

****Con questo termine si indicano le corde simpatetiche che poste solitamente sul piano armonico, grazie ad un principio fisico, vibrano senza essere toccate, ma appunto stimolate per simpatia.

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