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Strumenti Musicali dell'India

Sursingar

Il Suraśṛṁgāra, scritto spesso Sursingar per molti aspetti analogo al Surabahar, è una rivisitazione del Rabab creata a Benares sotto la supervisione di Zafar Khān che, con l'intento di prolungare la durata del suono e rendere il timbro più melodioso, apportò varie modifiche alla struttura dello strumento originale. Per la cassa di risonanza venne utilizzata una zucca invece che il legno, il piano armonico venne realizzato in legno invece che in pelle, mentre il manico vennero ricoperta di uno strato sottile di metallo. Le corde in budello vengono sostituite con delle corde in acciaio armonico, rame e ottone e vengono aggiunte inoltre le corde ritmiche o Cikārī.

La leggenda narra che alla corte di Raja Udit Narayan Singh di Benaras, un contemporaneo di Nawab Wajid Ali Shah, durante la stagione delle piogge, Nirmal Shah, un suonatore di Vīṇā, e Jaffar Khān, suonatore di Rabāb, dovettero confrontarsi sul Rāga Mian-ki-Malhar. Visto che duranti i monsoni l’umidità allentava e ammorbidiva la pelle, il Rabab aveva il problema di perdere volume e sonorità e così Jaffar Khān decise di modificare lo strumento apportando cambiamenti rivoluzionari che si dimostrarono in seguito fondamentali anche per l’ideazione del Sarod. Jaffar Khān chiamò lo strumento Suraśṛṁgāra che significa “un amor divino fa di note musicali” e quando il Maharaja di Benaras ascoltò la magistrale esecuzione del nuovo strumento, decretò l’esito del confronto a favore di Jaffar Khān. Nel marketing si direbbe che il Suraśṛṁgāra, per i suonatori di Rabāb, fu un vero no brainer. Lo strumento, a differenza del predecessore, era adatto alle esposizioni lente sia soliste e con accompagnamento, e inoltre vi si poterono incorporare tutte le tecniche sia della Vīṇā che del Rabāb. Il timbro del Suraśṛṁgāra era così forte che poteva perfino eclissare la Vīṇā e divenne tradizione della Rabābiya Gharānā suonare il Sursingar durante la stagione delle piogge ed in seguito i suonatori di Sarod cominciarono a suonare la prima parte dei concerti sul Suraśṛṁgāra per poi eseguire tutte le composizioni accompagnata dalle percussioni sul Sarod, nello stesso modo in cui i sitaristi erano soliti suonare sul Surabahār prima di suonare la composizione sul Sitār. Pertanto, fino ai primi anni del ventesimo secolo, fu consuetudine imparare il Suraśṛṁgāra insieme al Sarod e gradualmente, dopo che il Sarod e il Sitār furono modificati, raggiungendo una gamma di espressività più ampia, la popolarità del Suraśṛṁgāra e del Surabahār diminuì e questi divennero obsoleti nella seconda metà del ventesimo secolo.

Tra i musicisti più famosi ricordatidalla storia abbiamo:

  • Pyar Khān

  • Basat Khān

  • Jaffar Khān

  • Mohammad Ali Khān (Figlio di Basat Khān)

  • Bahadur Sen Khān

  • Shaukat Ali Khān

  • Allauddin Khān (maestro di Ravi Shankar, etc.)

  • Radhika Mohan Maitra

  • Kumar Birendra Kishore Roy Choudhury

Di questi ultimi tre si trovano anche alcune registrazioni su internet, mentre dalle foto trovate in rete si nota anche che lo strumento, a differenza di tutti gli altri cordofoni si suona in verticale come si suonerebbe il violoncello, appoggiando, da destrosi, il manico sulla spalla sinistra. Ad oggi si trovano pochissimi strumentisti che si dedicano a questo strumento tra i quali menzioniamo Joydeep Gosh, allievo di Buddhadev Das Gupta e Anindya Banerjee, allievo di Ali Akbar Khān, entrambi di Calcutta.

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