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Vadi

Questo termine ha prodotto tra musicisti e teorici molte argomentazioni ed incomprensioni. Nel Svarādhyāya il capitolo dedicato alle note del Saṁgītaratnākara, si trova una profonda analisi delle Svara, della loro genesi e delle loro interrelazioni. Nel capitolo a cui ci si riferisce non si fa assolutamente nessun riferimento ai Rāga o alle melodie, alle quali è dedicato un capitolo a parte dal titolo Rāgadhyāya. Nel Svarādhyāya viene argomentata la natura dei microtoni o Ṥrutī, la posizione che essi assumono nella scala e la natura delle relazioni tra le note. Per determinare queste relazioni ogni nota è stata considerata separatamente e chiamata Vādī. Prendendo questa come nota di riferimento vengono allora menzionate la Saṁvādī, l'Anuvādī e la Vivādī in relazione con la Vādī. Queste relazioni sono fisse e universalmente accettate. Nei Śāstra la Saṁvādī viene collocata sul nono e sul tredicesimo microtono partendo dalla Vādī, che volendo possono essere considerate come il rapporto di quarta e di quinta nella teoria occidentale. Termini come 'sonante', 'consonante', 'assonante' e 'dissonante'  sul quale è basato l'intero sistema di armonia della musica eurocolta, possono risultare utili nel tradurre rispettivamente i termini Vādī, Saṁvādī, Anuvādī e Vivādī. L'unica differenza è che il sistema indiano esclude il concetto di ottava che oltre alla quarta e alla quinta risulta nel sistema occidentale la consonante principale. Nei Śāstra non appare una descrizione formale dei concetti  Anuvādī e Vivādī, ma risulta evidente che le due note 'R' e 'D', composte ognuna da tre Ṥrutī, risultano Vivādī rispetto a tutte le altre note, mentre le note composte da due Ṥrutī 'n' e 'g' risultano  Vivādī solamente rispetto a 'R' e 'D' e  Anuvādī rispetto a tutte le altre. Le note composte invece da quattro Ṥrutī hanno una relazioni di tipo Anuvādī solo rispetto alle note composte da due Ṥrutī, ma non vi è alcuna relazione di tipo Saṁvādī o Anuvādī tra le note composte da tre  Ṥrutī e tutte le altre.

Nei Śāstra la relazione principe e quella Vādī- Saṁvādī o anche sonante-dissonante e questa relazione viene retta da due regole:

            1. Saṁvādī è la nota collocata sul nono e sul tredicesimo microtono partendo dalla                             Vādī

 

            2. le note con uguale numero di microtoni risultano Vādī- Saṁvādī tra loro.

 

Così, seguendo la prima regola, se S è Vādī, M e P risultano Saṁvādī. La seconda regola viene introdotta per evitare che venga a crearsi tra 'M' e 'n' una relazione di tipo Vādī- Saṁvādī

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